Potrebbero arrivare presto buone notizie per gli stipendi degli insegnanti. Il Governo, infatti, starebbe valutando lo stanziamento di circa 2 miliardi di euro per favorire l’adeguamento salariale al costo della vita. Ma dietro questo annuncio, si nasconde un rischio che potrebbe ridimensionare le attese. Vediamo insieme cosa sta succedendo davvero e cosa cambia per i lavoratori del mondo della scuola.
Cosa prevede la legge di bilancio 2026?
Il Ministero dell’Economia è al lavoro sul testo della legge di bilancio 2026. Secondo quanto dichiarato dal Ministro Giorgetti, il Governo avrebbe individuato due miliardi di euro proprio per sostenere gli aumenti salariali. L’obiettivo dichiarato è chiaro: adeguare gli stipendi al costo reale della vita.
Una parte consistente di questa cifra servirebbe a garantire la detassazione degli aumenti contrattuali, legati in particolare al rinnovo del contratto scuola 2022-2024. Ma attenzione: si parla sempre usando il condizionale. Nulla è ancora stato confermato in via ufficiale e molte informazioni arrivano solo tramite indiscrezioni.
Gli aumenti per gli insegnanti: cifre e dettagli
Quanto potranno guadagnare in più i docenti? Attualmente, con il rinnovo del contratto scuola 2022-2024, l’aumento atteso è di circa 160 euro lordi al mese. Ma c’è un dettaglio importante.
Metà di questa cifra è già stata percepita grazie all’indennità di vacanza contrattuale 2024, prevista dal Decreto-legge 145 del 18 ottobre 2023. Questo significa che l’effettivo incremento rispetto alla busta paga attuale sarà più contenuto.
Con i fondi aggiuntivi previsti dalla manovra del Governo Meloni (240 milioni di euro), si potrebbe arrivare a un aumento massimo di circa 60 euro netti in più al mese, ma solo se tutto andrà come previsto.
Il nodo della detassazione
Secondo alcune fonti vicine al Ministero, parte dei 2 miliardi potrebbe essere impiegata per alleggerire la pressione fiscale sugli aumenti stipendiali. In pratica, lo Stato rinuncerebbe a una parte delle imposte sui nuovi aumenti, così da lasciare più soldi “puliti” in tasca agli insegnanti.
La misura sarebbe valida da gennaio 2026 e per i successivi due anni. Ma c’è una preoccupazione: questa detassazione, se troppo limitata o mal strutturata, rischia di diventare solo una promessa senza un reale impatto sulle tasche del personale scolastico.
Arretrati: quanto spetta a docenti e ATA
Oltre agli aumenti futuri, ci sono da considerare anche gli arretrati maturati per il periodo già trascorso. L’ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale) ha comunicato le seguenti cifre medie per il comparto scuola:
- Arretrati medi per tutto il personale scolastico: 1.444 euro lordi
- Docenti: 1.516 euro lordi
- Personale ATA: 1.138 euro lordi
A queste somme si aggiunge un’una tantum di 140 euro netti prevista dal Decreto-legge 127/2025. Un contributo extra, una sola volta, per alleviare l’impatto dell’attesa nel rinnovo contrattuale.
Attese e incognite: cosa succede ora?
Al momento, tutte queste misure sono ancora in fase di elaborazione e verifica. L’annuncio dei 2 miliardi rappresenta certamente un passo importante, ma le reali modalità di utilizzo delle risorse non sono state ancora chiarite.
Il rischio maggiore? Che gli aumenti siano meno visibili in busta paga del previsto, soprattutto se la detassazione non verrà applicata in modo efficace. I sindacati restano in attesa di risposte concrete e chiedono tempi rapidi per chiudere il contratto collettivo, in modo da non procrastinare ulteriormente i benefici attesi.
Perché è importante agire in fretta
I salari del personale scolastico in Italia restano tra i più bassi d’Europa, specie se rapportati al costo della vita. Un intervento forte sul fronte retributivo non è solo una questione economica, ma anche di giustizia e valorizzazione del ruolo educativo.
Le risorse sembrano esserci. Ora serve chiarezza, tempi certi e un piano concreto. Altrimenti, i 2 miliardi rischiano di rimanere una goccia nel mare, anziché una vera svolta per chi ogni giorno lavora nella scuola.




